Onorevoli Colleghi! - L'editoria è un universo complesso che ruota attorno al sistema della formazione dell'opinione pubblica. È un tema che ha comprensibili punti di contatto, di connessione, di intersezione con la genesi dei sistemi liberali (la libertà di pensiero, il diritto di esercitare la critica) e con il relativo consolidamento dei sistemi democratici. È un tema dalle profonde implicazioni di sistema, un nodo che costituisce un prerequisito funzionale all'articolazione e allo sviluppo di una cultura politica democratica, e alla crescita di una matura cultura civica.
      L'attuale panorama legislativo contempla alcune misure di sostegno al nostro sistema editoriale, ma tali norme, benché assolutamente necessarie, non possono essere considerate sufficienti. Il sostegno alle imprese, alle nostre case editrici non può infatti che rappresentare un elemento di un più complesso sistema d'azione, che deve intervenire sia sul lato dell'offerta sia sul lato della domanda. La legge sull'editoria ha allora un suo senso politico compiuto e dispiega i suoi effetti a condizione che si intervenga con efficacia sulle altre componenti del sistema: il libro, i lettori e, ahimè, i non lettori, da una parte, e le librerie, le biblioteche, ovvero il versante dell'offerta, dall'altra.
      Con riferimento al mercato dell'editoria libraria va detto come questo sia caratterizzato - ed è del resto noto - da un dato invariante, un elemento costante, quello dell'estrema debolezza strutturale della domanda complessiva. Il dato drammatico sul piano culturale è che, a fronte di 22

 

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milioni di italiani che nell'ultimo anno hanno letto almeno un libro, va registrata la presenza di quei 17 milioni di italiani che non solo non leggono nulla, ma, televisione a parte, non presentano alcun tipo di consumo culturale (si tratta del 32 per cento della popolazione con più di 11 anni e addirittura del 70 per cento della popolazione anziana).
      Sul fronte dell'attività editoriale, poi, è bene ricordare che il settore si caratterizza per un gran numero di case editrici (i dati di settore ne censiscono circa 6.000) ognuna delle quali deve essere considerata vettore della nostra identità e cultura nazionali. In questo panorama produttivo estremamente variegato assume poi particolare rilevanza quel «mare magnum» di piccole e piccolissime aziende culturali che editano, nel loro catalogo, da uno a dieci titoli all'anno, e i cui cataloghi sono i più attenti alla storia, alla cultura e all'identità dei rispettivi territori. Si tratta di aziende il cui ruolo è fondamentale per il nostro pluralismo culturale così come per la tutela, la valorizzazione e la promozione delle specifiche identità e vocazioni territoriali del nostro complesso e articolato Paese.
      La presente proposta di legge è composta da 16 articoli.
      L'articolo 1 istituisce il Centro del libro e della lettura, il nuovo organismo, posto all'interno del Ministero per i beni e le attività culturali, ma dotato di ampia autonomia, al quale affidare il coordinamento delle politiche a favore della lettura nel nostro Paese.
      L'articolo 2 istituisce un Comitato composto dai rappresentanti delle varie amministrazioni con competenza in materia e da rappresentanti degli operatori del settore, cui sono affidate funzioni consultive e di indirizzo dell'attività del Centro.
      L'articolo 3 istituisce la Festa nazionale del libro e della lettura, la cui durata è stabilita in una settimana, periodo nel quale sono incrementati gli sforzi e le iniziative legati alla promozione della lettura.
      Gli articoli da 4 a 6 riorganizzano gli istituti di sostegno alla produzione editoriale finalizzati a favorire l'innovazione tecnologica delle aziende, la realizzazione di opere di elevato valore culturale e l'accesso al credito per la piccola editoria. L'articolo 7 detta misure finalizzate a rinforzare il sistema bibliotecario nazionale, mentre l'articolo 8 propone forme di sostegno per gli autori e per i traduttori.
      L'articolo 9 dispone nuove norme volte a innovare e a rendere più pratiche le modalità di utilizzo della riproduzione di opere contenute nei musei e nelle istituzioni culturali.
      L'articolo 10 dispone uno stanziamento per favorire le iniziative di promozione culturale realizzate dalle librerie.
      L'articolo 11 detta norme per l'istituzione di una società per azioni a capitale misto pubblico e privato che avrà il compito di favorire la diffusione del libro e degli autori italiani all'estero.
      Sempre al fine di favorire la diffusione dei libri in italiano al di fuori dei nostri confini, l'articolo 12 prevede l'istituzione di un contributo per le spese di spedizione dei libri italiani all'estero.
      L'articolo 13 riequilibra l'incidenza dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) tra prodotti editoriali, allineando l'IVA sui libri a quella sui giornali ed eliminando l'assurda sperequazione fiscale tra i libri venduti nelle librerie e quelli venduti in abbinamento editoriale a periodici.
      L'articolo 14 detta norme fiscali a favore di autori e traduttori.
      L'articolo 15 prevede che i provvedimenti del Governo che incidono sui costi di spedizione dei libri siano adottati con il concerto del Ministro per i beni e le attività culturali.
 

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